Arte 10/07/2016
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Normalmente, quando si parla di trattati di tecnica pittorica, si fa riferimento a raccolte medievali di prescrizioni (o ricette) giunte a noi tramite la testimonianza di qualche manoscritto: è il caso de Il Libro dell?Arte di Cennino Cennini o del De diversis artibus di Teofilo. Giorgio De Chirico, artista di grande cultura, li aveva letti e li conosceva bene. Il suo Piccolo trattato esce nel giugno del 1928, per i tipi di Giovanni Scheiwiller. Scheiwiller, all?epoca, lavorava ancora presso la Libreria Hoepli di Milano, curava per l?editore alcune collane dedicate all?arte moderna italiana e straniera, ma aveva dato inizio a un?attività in proprio che lo porterà ad affermarsi come editore di riferimento nel panorama culturale del XX secolo. Cosa doveva essere il Piccolo trattato (di cui furono stampate inizialmente 350 copie)? Un?opera che, pur non facendo parte delle edizioni Hoepli, occhieggiava i famosi manuali artistici di quella casa editrice, affiancandosi al trattato di restauro di Giovanni Secco Suardo (Il restauratore di dipinti, 1873, ma ristampato nel 1927) e al trattato di scultura di Adolfo Wildt (L?arte del marmo, 1921). Un manuale di pittura, insomma, o, per meglio dire, di tecnica pittorica che, con scopi didattici operativi, si rivolgesse al lettore/aspirante pittore. Nessuna gerarchia culturale: l?artista si pone sul piano di chi legge e fornisce le indicazioni fondamentali per apprendere il mestiere. Lo fa in maniera diretta, senza alcuna mediazione, facendo riferimento ad oggetti di tutti i giorni (molto spesso le dosi sono espresse in cucchiaini da caffè); tutto quello che dice è frutto della sua esperienza.
Arte 27/05/2016
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Il 6 maggio di vent'anni fa moriva Massimo Rao, artista di origine sannita - era nato a San Salvatore Telesino il 6 gennaio del 1950 - ma di respiro internazionale. Vittorio Sgarbi, nel Catalogo della mostra del 1987 allo Studio Steffanoni di Milano, scriveva, "A guardarlo si resta stupiti della capacità condivisa soltanto da un altro isolato, Riccardo Tommasi Ferroni, di inventare la citazione, di alludere a qualcosa che pensiamo di conoscere ma che non esiste".
Recensioni 15/05/2019
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Ambientato a Bari, tra maggio e giugno 1978, nel periodo tra il sequestro e l'omicidio di Aldo Moro, questa storia potrebbe definirsi come la fuga di un bambino dal mondo degli adulti. Il protagonista intuisce che il padre, simpatizzante delle BR, conduce una doppia vita: impiegato modello di giorno e avventuriero di notte; la madre è rinchiusa in un manicomio perché sente "voci dall'aldilà". Uno dei pochi punti di riferimento per il ragazzino è dunque la nonna Elvira.